Il fratello del difensore centrale dell’Argentinos Juniors è stato ucciso a Rosario dai proiettili di un’arma da fuoco.
Quattro fratelli morti in neanche 13 anni. La storia della famiglia di Miguel Angel Torren assume sempre più i connotati di una tragedia. Una sceneggiatura crudele che ha come protagonista il difensore centrale dell’Argentinos Juniors e che, recentemente, ha visto andare in scena il suo quarto atto. Il 42enne José Sixto Torren è stato infatti ucciso a colpi di arma da fuoco nelle vie della città di Rosario. I fratelli del calciatore sono tutti morti in circostanze simili, vittime della violenza della malavita argentina. José è uscito di casa dopo aver sentito qualcuno che, dalla strada, lo chiamava utilizzando il suo soprannome: “Coqui”. Davanti a lui ha trovato 4 persone che, a bordo di due moto, gli hanno scaricato cinque colpi al petto, freddandolo sul posto.
La maledizione dei Torren
La famiglia Torren sembra essere vittima di una vera e propria maledizione. Prima della morte di José Sixto avevano perso la vita i fratelli Luis Anacleto, Walter Alberto e Gabriel Francisco. Colpi di pistola hanno ucciso i primi due mentre il terzo è stato ritrovato esanime dalla polizia. Gli agenti sono stati sospettati di aggressione ma l’autopsia, in quel caso, ha rivelato anche patologie preesistenti.
Una tragedia, quella della famiglia Torren, iniziata quando Miguel Angel era ancora un bambino: “Abbiamo avuto un’infanzia molto difficile – ha raccontato il calciatore in un’intervista ad Olè – quando avevo due mesi mia madre ha preso un colpo di corrente da un ventilatore da pavimento ed è morta. Il mio vecchio doveva crescere noi sei, si spaccava la schiena lavorando. Poi ognuno sceglie come vivere, cosa vuole fare della sua vita e del suo futuro. Grazie a Dio mi è venuta incontro una bravissima famiglia che mi ha aiutato a uscire dalla situazione difficile che stavo attraversando. Il calcio mi ha aiutato a uscire da un quartiere complicato. Ho potuto progredire, formare la mia famiglia, con mia moglie e i miei tre figli”.